Il giudizio del corvo.

C'è poco da dire.
Un Dylan che potrebbe stare nei primi cinquanta numeri.
Bello, come non ne leggevo da tanto.

Quando un albo Bonelli esce così bene mi ricordo improvvisamente quanto è grande e importante il lavoro che questa casa editrice svolge mese dopo mese da decenni. E di quando ho riletto un numero indefinito di volte "Memorie dall'invisibile".

Quando un albo Bonelli esce così bene vuole dire che tutte le persone che ci hanno lavorato sono state messe in condizioni di farlo al meglio. A parte i disegni di Caluri (che sono perfetti, incluso l'occhietto schizzato alla Don Zauker del Dylan che cade), qui Recchioni scrive una storia che usa il personaggio in modo esemplare. Si tratta, finalmente, di una storia "su" Dylan Dog e non solo "con" Dylan Dog. Sicuramente merito del curatore della serie, Giovanni Gualdoni, aver vigiliato adeguatamente sul personaggio negli ultimi anni in modo da conservare certi temi (e certe libertà) per quegli autori, come Roberto, che sanno valorizzarle e trasformarle in storie importanti. Per capirci: se ogni due numeri Dylan fosse posto davanti a una bottiglia di scotch il tema del suo passato alcolismo sarebbe totalmente depotenziato e macchiettistico (e questo, credo è merito dell'attenzione del curatore nella revisione dei soggetti e delle sceneggiature). Io che non sono un lettore di Tex, dopo questo Dylan, ero così carico che mi sono preso lo speciale a Colori numero 2.
E mi è pure piaciuto.

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