From Angoulême with love: Les Chrono Kids
Amare Zep è piuttosto banale. Però pensare che qualcuno riesce a scrivere di bambini e per bambini (e di adulti per adulti quando è il momento) con quella precisione e quell'umorismo sognante (anche quando l'oggetto è potenzialmente volgare, ma diciamocelo, cosa fa ridere più sinceramente un bambino della cacca) che trovo in ogni albo di Titeuf... beh, è confortante. Confortante perchè restituisce un'idea di bambino come di piccolo adulto (e non di decerebrato indifeso e un po' stupidotto) che permette di lavorare realmente su un piano didattico e comunicativo efficace. Questo non vuol dire esporre i bambini a volgarità inutili o a violenze estreme, semplicemente trovare la giusta misura narrativa che permetta di parlare il loro linguaggio che ha, a conti fatti, delle componenti di violenza e volgarità ben precise. E questo per quanto riguarda Titeuf. Ma qui volevo parlare di questo "Les Chrono Kids" (di Zep / Stan&Vince) che, nel suo genere, è un piccolo gioiello. Brevi storie di 4 pagine geometriche e ben costruite, disegnate con cura e dinamismo, ci accompagnano a spasso nel tempo con Marvin e Adèle, due bambini appunto un po' sfaticati, un po' ingenui, a volte feroci (non a tutti verrebbe in mente di viaggiare fino all'antica Roma per comprare degli schiavi per rimettere a posto la camera)... insomma una boccata d'aria fresca. Fosse per me lo pubblicherei a puntate su una qualsiasi rivista di storia, di quelle patinate da 8 euro. Metti mai che il figlio di un lettore qualsiasi si appassioni al lato esotico e divertente dell'antichità... chissà, magari poi diventa anche un lettore di fumetti da grande. Magari...
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