Di solito.

Di solito non parlo di politica su questo blog. Anche se magari qualcuno può obiettare che, parlando di cose che ci leggono e si scrivono, già mi schiero dalla parte dei normo-formati, di quelli che almeno le elementari le hanno fatte davvero etc. etc. Maligni. Beh.

Ieri sono stato in Piazza a Modena per rispondere "Ora." alla fatidica domanda "Se non ora quando?". C'erano molte persone, di estrazione diversissima, alcune non le incrociavo in manifestazione dal 2000, altre non me le aspettavo, altre ovviamente dovevano esserci. Tutto molto bello, molto a-partitico, molto condivisibile. E va bene.

Ma mi voglio attaccare un post-it in bacheca. Le istanze della società civile (e non) passano, prima o poi, dai partiti e di questo, i partiti, devono risponde agli elettori. Era una buona occasione per segnalare all'opposizione che, se non verrà presa una posizione un po' più incisiva sull'idea di uomo e di donna che sta dietro all'agenda politica, allora ci sarà un problema. Che si chiamerà voto. Era l'occasione per dire, a chiare lettere, che il voto di chi condivide quella idea di donna (e di uomo) è un voto che non serve per governare il paese. O comunque che non serve all'opposizione per un obiettivo molto più concreto: quello di guardarsi allo specchio ogni mattina, magari senza sputarsi in un ecchio. Sarebbe una gran cosa farsi riconoscere per un'idea bella, una sola, magari dichiarata con forza. E magari per una volta dirsi diversi in modo incolmabile e assoluto dai propri avversari.

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