Revolver.

Ricordo un certo entusiasmo quando, ai tempi, Einaudi varò la collana Stile Libero (e in parallelo la collana dei tascabili con costina nera dedicata al noir in senso lato). Erano tutti titoli che mi interessavano, di autori che conoscevo o che avrei voluto conoscere. Aspettavo le uscite in libreria quasi come si aspetta il nuovo Dylan Dog o il nuovo Topolino in edicola. Poi ovviamente l'incantesimo si è rotto, ma non prima di avermi fatto infilare nello scaffale tanto Lucarelli, Ellin, Skip e Spector, antologie eccezionali (alcune delle quali curate dal cordialissimo Daniele Brolli)...

Vuoto.

Negli ultimi anni c'è stata l'invasione di autori nordeuropei. Sellerio, Einaudi, Marsilio... Ma non era la stessa cosa. Quando Einaudi inizia a pubblicare noir svedesi e simili sei TU a doverti districare tra i titoli, a scegliere. La collana Revolver invece è tutta un'altra cosa. Intanto dietro c'è un nome e un cognome, Matteo Strukul (e un editore per il quale pubblico, incidentalmente, anche io, fine della dietrologia). E un progetto. Un progetto editoriale al quale, per ora, mi sono affidato senza delusioni. Così per la prima volta ho comprato un libro solo per il gusto di vedere cosa mi "consigliava" Matteo, cosa aveva scovato al di fuori dei soliti filoni action\noir\gialli commerciali. Così se "Sinfonia di piombo" è stata una piacevole conferma del talento pop di Victor Gischler (con tutto il suo carico di non sense e di situazioni caricaturali), "Dietro le sbarre" di Allan Guthrie è stato una vera e propria scoperta. Disturbante, ben scritto e cinematografico quanto basta. Il prossimo sul comodino è "Fuochi del nord" di Nikitas. Per chi ama piombo, tensione e romanzi che non hanno un "numero 2" (leggi: dove può morire chiunque tanto non sono i primi di una lunga serie) o per chi si sente un po' orfano delle stagioni migliori dei "Gialli Mondatori"... consigliati entrambi i titoli.

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