Sutter e Sanlaville.


Quando ho letto "Hollywood Jan" di Vives e Sanlaville mi sono detto "Figo questo Vives!". Poi col tempo, non è che mi sia ricreduto, ma ho capito che, quello che in "Hollywood Jan" mi era piaciuto era probabilmente opera al 99% di Sanlaville (del quale ho amato alla follia "Rocher Rouge" ancora colpevolmente inedito in Italia). E questo è un fatto. Sempre qualche tempo fa ho visto le sette stagioni di "The Shiled" tutte d'un fiato e mi sono detto, figo però questo Shawn Ryan. Poi vabbè, "The Unit" non è che mi abbia fatto impazzire. "Lie to me" mi ha rotto le palle dopo dieci episodi. E "The Chicago Code" l'hanno chiusa (che poi aveva più del sequel di "The Wire" che altro). Poi ho capito, dopo aver visto la terza di "Sons of Anarchy", che quello che mi piaceva di "The Shiled" forse era merito di Kurt Sutter. Quindi nella mia personale classifica, Vives e Ryan stanno a zero. Viva Sanlaville e Sutter.

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