"Rocher Rouge" di Eric Borg e Michaël Sanlaville.
Tre anni fa circa, sempre ad Angoulême, avevamo (io e gli altri della spedizione, non è un plurale maiestatis) comprato in blocco "Hollywood Jan", che per qualche motivo registrammo all'epoca come l'opera prima di Bastien Vives. Anche perchè di lì a poco trovammo "Elle(s)" e l'anno successivo "Le goût du chlore". In realtà in "Hollywood Jan" c'era anche lo zampino di Sanlaville. Svelato l'arcano.
Leggendo "Rocher Rouge" ho messo a fuoco che quello che mi aveva colpito del primo volume KSTR era la parte 'Sanlaville', quel tocco di follia e dinamismo nelle inquadrature che in Vives manca totalmente. Non è un caso che l'enfant prodige della scorsa edizione del Festival si sia tenuto su temi e narrazioni più quotidiane e intimiste mentre il suo talentuoso collega si sia buttato su un coloratissimo B-Movie caraibico con tanto di mostri, crisi nervose e duetti saffici. La storia è scorrevole, piacevolissima nella costruzione dei dialoghi e delle relazioni, inquietante e sbilenca quanto basta per tutta la prima parte, più ordinaria nella conclusione. Il volume vale assolutamente l'acquisto per le tavole spettacolari e potenti di Sanlaville.
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