Quasi me lo dimenticavo. Volevo dedicargli un post ad hoc e quasi me lo scordavo. Pensa te.
Pascal Garnier io proprio non lo conoscevo. Elisa mi ha passato il libro mentre eravamo da Feltrinelli a goderci l'aria condizionata. Bello il titolo, bella la copertina (e poi non facciamo i sofisti che personalmente, almeno la metà dei libri di autori 'nuovi' io li scelgo così, attratto da titoli e copertine, come una zanzara dal faretto della morte...). Bella l'introduzione.
Lo compro.
Il romanzo è splendido. Una sequenza d'apertura potente (ma dolente) come quella, mai superata, di "Posizione di tiro" di Manchette. Una storia che trasuda disperazione, molto 'francese', priva o quasi del minimo spiraglio di luce o della minima concessione al lettore, eppure a tratti comica. Ingredienti: la provincia francese, un killer prossimo alla pensione che già a pagina 20 ci rivela il proprio epilogo esistenziale, un ragazzo un po' semplice, una madre anziana (che sembra un relitto beccheggiante) e una giovane donna più o meno in fuga (che sembra un salvagente).
Leggo in quarta che Garnier, da poco deceduto, è un autore molto prolifico e che ISBN pubblicherà altri suoi titoli. Questa è una buona notizia, l'unica forse nel panorama nazionale in questi giorni.
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