Procedendo con ordine. Il film di Scorsese è bello. Bello come "Le ali della libertà". O come "Missisipi Burning". C'è quel tipo di eleganza, di completezza tutto americano che rende tutto così completo e 'finito'...
C'è questo sotterraneo amore per i pezzettini di storia attorno ai quali si costruisce una nazione. Insomma non si può proprio dire che il film sia brutto, anzi. Anche perchè ci farei una figura piuttosto barbina. Il film è da vedere e il romanzo è da leggere.
Altra cosa, il mio punto di vista è assolutamente fuorviato dall'aver letto tre volte il romanzo e n volte la sceneggiatura, poi il lettering e da ultimo l'albo ultimato. Sono entrato in sala con delle curiosità molto specifiche e un livello di attenzione forse eccessivo. Ah. E sapevo come andava a finire, che non è poco.
Comunque sia Di Caprio è colossale. L'unico che recita davvero (e tanto) in un cast ridotto, forse volutamente, a una galleria di caratterizzazioni piuttosto monodimensionali. Di Caprio è umano, sfatto, tremante al punto giusto e regge il film praticamente da solo.
[Visto che è un tentativo di recensione e non una segnalazione, seguono spoiler. ]
Punto primo: le bugie. Come era naturale aspettarsi, nel film di Scorsese, Rachel Solando (sia quella 'vera-finta' che quella 'finta-finta') e Dolores sono rappresentate da tre attrici diverse. Necessario, immagino, ma ai confini del trucco e della bugia. Ne ho già parlato qui. Tutta la tematica morbosa di queste figure femminili che gli ricordano la moglie morta (in questo senso la scena del falso ritrovamento di Rachel risulta molto depotenziata), che lo seducono e al tempo stesso lo minacciano... be' si è un po' persa.
Punto secondo: togliere. Anche Scorsese ha operato dei tagli al romanzo. Tutta la faccenda dei codici ad esempio. Legittimo e anzi, assolutamente condivisibile. Eppure risolto un pò "a prova di americano". Mi spiego. Nel romanzo Teddy risolve codici numerici ai confini della supercazzola (e, avendoli creati lui, è ovvio che li risolva). Di più, in questi codici, a livello inconscio, semina indizi a sè stesso sulla realtà dei fatti. Poi, dopo averci dimostrato di essere un crittografo esperto, fa scena muta davanti al banale anagramma dei nomi. E in quel momento il lettore (che invece l'anagramma lo risolve facilmente e in modo visivo) inizia a farsi venire dei dubbi sulla sanità mentale del protagonista. Nel film di Scorsese il trucco dell'anagramma diventa addirittura "La Legge dei 4". Cioè, il mistero del bigliettino ritrovato, del paziente 67, di tutta la storia in definitiva, è racchiuso in un banalissimo codice che però ci viene presentato come talmente complesso da meritarsi addirittura un titolo. Forse bastavano le foto dei figli defunti, relegando l'anagramma a un ruolo marginale. Boh. Un'inezia comunque.
Punto terzo: esagerare. I flash back storici di Teddy e i sogni sono (dovrebbero essere) intenzionalmente perturbanti. Il lungo carrello sulla fucilazione delle guardie naziste è fastidioso, violento... ma in generale, rispetto al clima creato dal trailer e dall'esigenza di aggiornare e potenziare il discorso sulla violenza e sulla redenzione forse è tutto ancora un pò troppo dentro alle righe. C'è molta follia in scena, meno dietro alla cinepresa.
Poi c'è un bicchiere che scompare sul quale stiamo indagando.
Aggiungo da ultimo che tutti quelli che hanno visto il film senza aver letto il romanzo e\o la grapic novel l'hanno amato molto, ne sono rimasti inquietati, scossi e rattristati. Il che significa che il film ha servito in modo potente, elegante e preciso il romanzo di Lehane. Essendo per una volta entrato in profondità in una storia, avevo voglia di condividere qualche impressione.
Andatelo a vedere e ditemi se siete d'accordo.
1 commenti:
Ciao stefano,
QUESTO NON È UN COMMENTO AL POST. Sono un rover del morengo 1 e non sapevo come contattarti poiché non hai lasciato riferimenti XD Torna pure su http://clanmorengo.blogspot.com/2009/04/route-pasquale-spello-costa-di-trex.html per leggere la mia "risposta". Poi clicca sul mio profilo del commento per scrivermi. Ciao, scusa se ho scritto qui!