Di cinema e di bugie.

C'è un filo rosso che lega Psycho (quello del 1960, ovviamente) e I soliti sospetti. Non mi ricordo più chi l'ha individuato per la prima volta (immagino qualcuno della redazione di Duel, che all'epoca dell'uscita del film di Singer leggevo in modo abbastanza assiduo) ma il filo in questione riguarda il 'mentire' allo spettatore. Hitchcock usa una voce femminile in fuori campo per far parlare la madre del povero Normie. Non la voce di Perkins in falsetto, ma una voce in tutto e per tutto femminile, di un'altra attrice. All'epoca ci furono alcune garbate critiche a questo tipo di espediente. Bugia, bugia.
Kaiser Soze viene invece evocato per la prima volta in un flashback, e la sua sagoma, in ombra è molto diversa dalla silhouette del vero villain del film. Questo cosa significa? Significa che, a volte, qualcuno si concede il lusso di mentire esplicitamente allo spettatore. Non di nascondere con abilità (vedi la lunga teoria di 'vedo non vedo' movie da Il sesto senso a Lost) indizi ed elementi narrativi nelle pieghe della regia, proprio mentire per immagini (o per suoni). Su questo tipo di bugia ci siamo dovuti arrovellare per un pò realizzando Shutter Island. La nostra soluzione è stata costruita sui margini interpretativi che il fumetto lascia al lettore (e dal lavoro di Andrea e Maurizio), ma sono motlo curioso di vedere come l'ha affrontata Scorsese. Da quello che ho visto nei trailer... beh, vedremo.

1 commenti:

loser ha detto...

l'ombra però noi la vediamo "raccontata", non ci sta che il vero Kaiser Soze faccia una descrizione falsata durante il suo interrogatorio? Non rientra nella sua attività di depistaggio?

Poi magari non ricordo bene e la scena di cui parli avviene prima del suo interrogatorio ;)