L'ho visto (1).

Ovvio che prima o poi ci sarei andato. Visto che ne parlerò per un pò, mi concedo non una, ma due premesse.

Prima premessa, in flashback. Al mio primo anno di Università, l'Unità regalava i librettini del Castoro Cinema al martedì. Edizione su carta grigissima e con grafica essenziale. Nello stesso periodo uscì anche a un euro o poco più il doppio volume dell'intervista di Truffaut a Hitchcock. Leggere questi saggi (alcuni su registi del tutto improbabili rispetto ai miei gusti e alle mie frequentazioni cinematografiche di allora) è stata un'esperienza surreale. All'epoca, per avere un posto decente all'affollatissimo corso di Disegno I, arrivavo in facoltà circa due ore prima. Quindi avevo un sacco di tempo per leggere, dentro a un'aula enorme, bianca. Avventurarmi nella filmografia di questi registi, analizzata in modo organico e strutturato, mi ha permesso di entrare a pieno titolo nella snobbissima schiera di quelli che "Be', è un Almodovar, atipico, ma è sempre un Almodovar...". In termini più laici, pensare al regista e al suo percorso prima ancora che al film.

Seconda premessa. Eravamo in nove al cinema. Con tanto di cassiera che ci chiede se ci "siamo contati bene". Non mi succedeva dai tempi delle superiori ed è stato bellissimo.

Poi è iniziato il film, ma di quello parliamo dopo.

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