Angoulême.

In ordine sparso. Il calcolo-figlio. R-A-G-I-O-N-A. I coglioni negli occhi. Così, giusto un appunto per non dimenticare. La memoria, soprattutto delle cose che fanno ridere, non è una cosa da trascurare.

Per il resto il Festival è stato un pò sotto tono: pochi volumi interessanti e stand sempre più piccoli. Moltissimi italiani (tra i quali il sottoscritto) all'arrembaggio. Istintivamente, vista la crisi del mercato, la folla di autori più o meno esordienti e più o meno sconosciuti mi ha un pò spaventato. Per un attimo ho pensato che doveva esserci qualcosa di profondamente sbagliato in un contesto che mette in fila allo stesso padiglione ragazzi con un portfolio di pinup (semplificazione gratuita, ma passatemela) e professionisti di carriera (e non sto ovviamente parlando di me) con dossier accuratissimi, tavole perfette e storie interessanti da raccontare. Per un attimo avrei voluto che ci fosse meno gente in fila, che il tutto assomigliasse meno a una carica di desperados. Ma dev'essere stata la confusione da immigrato di seconda generazione. Speriamo semplicemente che il mercato si riprenda un pò e che la professionalità, di esordienti e non, sia la valuta forte dei prossimi anni. Su questo fronte la novità dell'anno (almeno credo, visto che gli anni scorsi non l'avevo notato) è il padiglione Jeunes Talents. Orari, nomi degli editor, code chilometriche. Viste anche le dichiarazioni riportate qui sembra un modo elegante per tenere le code di autori lontane dai padiglioni ufficiali. Ma magari penso male io.

1 commenti:

Unknown ha detto...

mio figlio calcolo ti saluta, a modo suo, e dice che sottoscrive gran parte del post.