Ho avuto il piacere di incontrare Nicolò prima di conoscere il suo lavoro in occasione di un incontro in quel di Milano e alla fine, per quel poco, posso dire che, di persona, assomiglia molto al suo esordio.
Misurato, pacato, curioso e con personalità.
"Cave canem" è una lettura piacevole, a tratti sorprendente, ma quello che lascia sbalorditi è l'incredibile maturità nella tecnica narrativa (qui ci stava meglio storytelling ma sto provando a disintossicarmi dalle parole anglosassoni, okay?). Nicolò racconta tutto in modo preciso, e al tempo stesso osa, sperimenta sulla costruzione della tavola e modula il segno con una facilità che lascia ben sperare per le sue prove future.
La copertina tra l'altro è assolutamente magnetica. Serve altro?
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