Brevi da Milano.

A Milano pioveva ieri. Quindi era tutto perfetto: grigio e acquoso come ricordavo dai tempi dell'università. Non ero mai stato a Cartoomics e devo dire che sono piuttosto d'accordo con quanti me lo sconsigliavano. Sarà il quartiere fieristico in dismissione, sarà la vicinanza di un evento di non meglio identificati oggetti e amenità country-fai-da-te, saranno le strutture espositive galleggianti in mezzo a uno spazio smisurato... Comunque non mi ha entusiasmato. Peccato. Per fortuna c'erano un sacco di facce simpatiche.

Ho recuperato diversi volumi che aspettavo da un po' ("Primo" di Rizzo e Bonaccorso e il terzo volume di Milano Criminale, su tutti) e di cui parlerò poi. Mi sono però letteralmente divorato il secondo libro dedicato a Jonah Martini, il personaggio creato da Alex Crippa (e visivamente dal grande Alfio Buscaglia). Ai disegni di "Gli Eletti" (Renoir) troviamo Sergio Gerasi, solido, efficace e fedele al personaggio (cosa non banale se si confronta lo stile di Sergio a quello di Alfio). La vicenda è articolata, complessa e trattata in modo completo con una dimensione corale che appassiona: avete presente quando Stephen King decide di mettere in scena un intero paesino? Ecco lo spirito è quello (e, no, Gli Eletti non è un tomo di 500 pagine!). Il protagonista si trova (come nel precedente volume) a entrare in una comunità chiusa, dalle dinamiche consolidate, anche geograficamente isolata... alcune delle milgiori puntate di X-Files che ricordo hanno la stessa dinamica. C'è quel sottile senso del mistero 'sulle colline dietro casa' che ha fatto la fortuna di Eraldo Baldini. Quindi lettura assolutamente consigliata. Dirò di più.

Jonah Martini è uno di quei progetti che mi fanno un po' pensare. In un mondo perfetto sarebbe già una serie regolare, lautamente finanziata e magari pronta per una trasposizione televisiva. Sì perchè le avventure di Jonah Martini sarebbero perfette per una serie tv di quelle toste, di quelle che 'manco sembrano fatte in Italia'. Non manca nulla: il personaggio è intrigante, le location sono reali, vicine (e credo anche sostanzialmente low cost), le vicende camminano sul filo sottile del paranormale (anzi del religioso, che è ancora meglio) e della ricostruzione storica, senza alcuna concessione alla trovata facile o al facile colpo di scena.
Una serie di sei episodi, prodotta da Pupi Avati. Magari.

1 commenti:

Unknown ha detto...

eccavolo...come posso ringraziarti dopo ciò che hai scritto? non posso, quindi non lo faccio.
ora chiamo Pupi.