Dalla libreria: Jellaby di Kean Soo

Non è che per forza uno deve recensire solo cose appena uscite. Anzi. Una parte importante della crescita del mercato del fumetto in Italia sta anche nel prendersi lo sbattimento di ordinarli in libreria i fumetti e magari di mettere in testa ai librari (perchè esistono ancora?) che lo scaffale dedicato alla letteratura disegnata non può essere una specie di banchetto da edicola in mezzo a una libreria... Qualcuno di voi è mai uscito a bocca asciutta da Feltrinelli cercando "Il nome della Rosa"? E com'è che invece per trovare un volume di Eisner devo fare il giro di tutta la provincia?

Beh. "Jellaby" non è proprio al livello degli esempi che ho citato prima, ma al tempo stesso è il classico esempio di un bel fumetto da regalare al vostro cuginetto (che magari un domani diventerà un lettore incallito di fumetti). Leggero, delicato, con un senso della recitazione e dei tempi narrativi che ricorda un po' i primi numeri di Bone, questo "Jellaby" mi è sembrato più interessante e intenso di "Daisy Cutter" (sempre dello stesso autore e sempre per Renoir) che pure era una lettura piacevole. Per chi ha amato Totoro o Nel paese delle creature selvagge o in generale per gli appassionati di grossi animali muti e giocherelloni.

Sempre a proposito de "l'avevo detto". Due Angouleme fa, tra lo scherno dei miei colleghi, mi sono riportato a casa "Il mondo di Nola" e "Brendon e il Segreto di Kells". Tiè. Poi in un prosismo post farò l'elenco dei miei acquisti franzosi ancora in attesa di traduzione :-)

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