Ma quanto sono rimasto indietro.

Non posso dire altro. Praticamente è un mese che latito.

L'intervista con l'immenso Massimo Carlotto è stata fantastica. Almeno per me. Nella cornice periferica e perfetta della Tenda e di fronte a un discreto numero di persone (quei pochi che hanno deciso di affrontare la prima serata veramente glaciale dell'anno), Massimo si è raccontato con una generosità e una precisione nient'affatto scontate. L'intervista è stata intervallata dagli interventi di lettura di Ferdinando 'Feddy' Ferro e nel complesso la bellezza della serata ci ha rincuorato rispetto agli argomenti trattati, neri e concreti, come le opere di Massimo.
Si è parlato di nuova criminalità organizzata, di vecchi e furbi fascisti, di amore e di violenza, di verità, di giustizia e della storia d'Italia. E ovviamente di scrittura, di noir e di inchieste.

Abbiamo concluso la serata ai Fusi Orari di Modena chiacchierando piacevolmente e sfidando l'orario di apertura. Mi porto a casa la frase conclusiva dell'intervista (ricostruisco a memoria, spero in modo esatto): "L'unico modo per vivere il proprio tempo è averne cura".

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