Accabadora.

Qualche mese fa, parlando con un'amica, era venuto fuori che, al posto del nostro amabile e operoso "gnomo sabbiolino", in Sardegna furoreggia la "Accabadora", la strega che ti finisce. E con lei "mamma so sori" (spero che si scriva così) che rapisce i bambini dal cortile nelle ore più calde della giornata.
Questa cosa mi ha letteralmente conquistato. Sono un grande fans delle cose che spaventano davvero e che, spaventando, insegnano qualcosa sulla vita. In questo caso, ad esempio, che a una cert'ora bisogna dormire e che non è saggio restare all'aperto nelle ore più calde del giorno. Soprattutto al mare o in campagna.
Beh. Tutto questo per dire che quando, qualche settimana più tardi, ho visto il libro di Michela Murgia l'ho inevitabilmente notato. Michela sarà alla Tenda di Modena Venerdì 4 dicembre alle 21,30 amabilmente intrattenuta dall'infaticabile Marco Cugusi (grazie al quale la settimana dopo avremo dalle nostre parti Massimo Carlotto). Chiudo con un estratto dalla presentazione, che mi ha illuminato.

«Acabar», in spagnolo, significa finire. E in sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino
a compiersi. È lei l'ultima madre.

Michela Murgia
Accabadora
Einaudi, I Supercoralli

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